Discorsi d'asina
di Sophia Prinsloo e Barbara Wilmerton Haas
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“Mamma, vorrei parlarti,” disse Anna a sua madre mentre tornava a casa da scuola. Gettò rapidamente lo zaino nella sua stanza e tornò in cucina dove sua madre stava preparando frittelle con sciroppo d'acero.
Mentre rapidamente aiutava sua madre, disse, “Mamma, io e i miei amici ci stavamo facendo gli affari nostri, quando una ragazza della nostra classe è venuta da noi, dicendoci che la infastidivamo. All'inizio non le prestavamo molta attenzione, ma poi ha detto che avrebbe chiesto a sua madre di lanciarci una maledizione. Cosa dovremmo fare al riguardo?”
“Beh,” disse la mamma di Anna. “C'è una battaglia spirituale in corso tra il bene e il male. Per farti un esempio lascia che ti racconti una storia dalla Bibbia.”
Accampati lungo il confine della Terra Promessa, Mosè e gli israeliti incontrarono l'ostilità di diverse nazioni e re. Mosè sapeva che mentre erano OBBEDIENTI al Signore loro Dio, nessuno poteva far loro del male. La protezione del Signore era come uno scudo invisibile davanti a loro e una barriera invisibile tutt'intorno. Nel suo amore per gli Israeliti, Dio mantenne la sua promessa, aiutandoli a sconfiggere il re cananeo di Arad, che li aveva attaccati, così come due re amorrei, il re Sicon della città di Chesbon e anche il re Og della città di Basan.
Quando Balac, re di Moab, vide quanti israeliti c'erano e seppe ciò che avevano fatto agli altri re, furono terrorizzati lui e il suo popolo. Camminando su e giù per la sua sala del trono, chiedendosi cosa fare contro la minaccia degli israeliti che sciamavano al suo confine, Balac decise di chiedere consiglio ai capi di Madian, sperando che qualcuno avesse un'idea brillante per salvarli.
Durante il suo incontro urgente con i capi, Balac parlò con timore: “Gli israeliti ci divoreranno come un bue mangia l'erba, tutto perché il Signore loro Dio è dalla loro parte, proteggendoli e compiendo prodigi per loro.”
Non ci volle molto perché il re Balac e i capi madianiti decidessero che avevano bisogno di qualcosa di più di un esercito fisico per combattere gli israeliti. Avevano bisogno di un intervento soprannaturale — qualcuno che potesse esercitare l'autorità di Dio per maledire il popolo di Israele — e conoscevano l'uomo giusto a cui chiedere. Il problema era che quest'uomo, che era uno stregone, viveva a quattrocento miglia di distanza nelle montagne orientali di Petor in Mesopotamia, proprio accanto al fiume Eufrate. Così, senza indugio, mandarono da Balaam, figlio di Beor, i capi principali di Moab e Madian, come messaggeri, e portarono con sé il compenso di uno stregone come pagamento per i suoi servigi.
Totalmente ignaro dei visitatori in arrivo, Balaam era impegnato a praticare le sue arti di stregoneria quando sentì bussare frettolosamente alla porta. Balzò in piedi, desideroso di incontrare i suoi potenziali clienti e fare qualche soldo. Quando aprì la porta, fu felice di vedere uomini vestiti in modo pomposo che aspettavano fuori. “Ah! Forse posso fare del buon profitto qui,” pensò mentre invitava gli uomini a entrare, cercando di non mostrare traccia del desiderio di fare soldi.
Dopo i consueti saluti, Balaam chiese, “Come posso esserti utile?”
Uno dei capi spifferò convulsamente il messaggio del re Balac: “Siamo inviati dal re di Moab. Vuole chiedere il tuo aiuto per un problema al nostro confine. Un popolo, brulicante come locuste, è uscito dall'Egitto e si sta dirigendo verso di noi. Temiamo che possano attaccarci e ucciderci. Per favore, vieni e maledicili in modo che possiamo scacciarli. Chiediamo il tuo aiuto, perché sappiamo che chiunque tu benedici è meravigliosamente benedetto e chiunque tu maledici è completamente condannato.”
Balaam rispose, “Restate qui stanotte. Ascolterò ciò che dice il Signore e ve lo farò sapere domattina.”
Quella notte nella camera di Balaam, il Signore gli parlò e gli chiese, “Chi sono questi uomini?”
Balaam disse al Signore chi erano e cosa volevano e il Signore rispose, “Non osare fare questo! NON devi maledire gli Israeliti perché IO li ho BENEDETTI.”
La mattina dopo, Balaam disse senza mezzi termini ai messaggeri, “Il Signore non mi lascerà fare quello che chiedete, quindi andate a casa!” Respinti, i messaggeri tornarono a casa e dissero al re Balac che Balaam si era rifiutato di venire a fare un incantesimo sugli israeliti.
Re Balac sapeva che era una questione di vita o di morte e non voleva accettare un no come risposta. Così decise di rendere molto più allettante per Balaam venire a maledire gli Israeliti. Astutamente, mandò altri principi, che erano ancora più onorevoli dei precedenti, per cercare di convincere Balaam a venire. E, oltre a ciò, aggiunse una promessa di grande ricchezza e onore se Balaam fosse venuto e avesse fatto quello che aveva chiesto.
I messaggeri raggiunsero di nuovo la casa di Balaam e gli raccontarono ciò che Balac aveva detto, supplicando, “Signor Balaam, per favore! Il re Balac ti concederà un grande onore e ti concederà qualsiasi pagamento desideri. Dicci solo il tuo prezzo.”
Balaam rispose, “L'ultima volta il Signore mi ha detto di NO. E anche se mi promettete un intero palazzo d'argento e d'oro, NON disobbedirò alla parola del Signore mio Dio. Ma rimanete di nuovo stanotte e vedrò se magari cambia idea questa volta.”
Balaam sembrava pio con le parole timorate di Dio che pronunciava, ma la ricchezza e l'onore che il re Balac gli aveva promesso erano così allettanti per Balaam, che la prospettiva di diventare ricco divenne un idolo segreto, nascosto nel profondo del suo cuore. Ecco perché, questa volta, Balaam, in sé stesso, voleva davvero andare con questi illustri messaggeri. Così quella notte, il Signore gli rispose secondo il desiderio del suo cuore e disse a Balaam che poteva andare con loro. C'era perv una condizione: Balaam doveva solo dire ciò che il Signore voleva che dicesse.
La mattina dopo, molto presto, i messaggeri furono veramente felici di sapere che sarebbe venuto con loro. Pensando che avrebbe fatto il colpo grosso, Balaam sellò con entusiasmo la sua fidata asina e lui, insieme a due servi, fu scortato dai principi a Moab. Balaam deve aver pensato che, se il Signore aveva cambiato idea sul permettergli di andare, probabilmente aveva anche cambiato idea sul non maledire gli Israeliti. Ma Balaam avrebbe presto scoperto che aveva torto perché, per quanto riguarda il Signore, non cambia MAI idea quando decide di benedire qualcuno.
Il gruppo di uomini non andò molto lontano prima che l'asina di Balaam improvvisamente iniziasse a comportarsi in modo strano. Scappò dalla strada, in un campo e lui le si dovette aggrappare saldamente, temendo per la propria vita. Balaam non capiva cosa stesse succedendo, perché la sua asina di solito era molto obbediente. Nella propria ignoranza, la picchiò con la sua verga finché non tornò sulla strada. Balaam non aveva idea che un Angelo del Signore, con una spada sguainata in mano, stesse bloccando la strada, volendo ucciderlo. Anche se sosteneva di essere un uomo che sentiva parlare Dio e sosteneva di vedere gli scopi di Dio, non sapeva che l'Angelo era lì perché il suo cuore era nell'errore davanti al Signore. Fu la sua fidata asina che vide l'Angelo del Signore e salvò la vita di Balaam.
La strada che stavano percorrendo passava tra due muretti di una vigna che si stringevano l'uno all'altro man mano che procedevano. Questa volta l'Angelo era proprio lì davanti a loro, tra le pareti. Cercando di evitare l'Angelo, l'asina spaventata si dimenò di lato, schiacciando il piede di Balaam contro il muro. Gridando di dolore, percosse ripetutamente la povera asina con la sua verga.
Quindi l'Angelo si spostò in un punto più avanti della strada dove era così stretta che l'asina non poteva passare né a destra né a sinistra. L'unica cosa che poteva fare era fermarsi e sdraiarsi a terra. Questa volta Balaam era furioso. In un impetuoso scatto d'ira, picchiò di nuovo la povera asina con la sua verga. Cosa le stava succedendo? Perché gli stava dando tutti questi problemi?
Soprannaturalmente, il Signore diede all'asina una voce simile a quella umana e cominciò a parlare. “HII-HOO! Cosa ti ho fatto? Perché mi hai picchiato queste tre volte?”
Furiosamente, Balaam gridò, “Perché mi stai facendo sembrare uno sciocco di fronte a tutti questi uomini illustri! Vorrei avere una spada per ucciderti!”
“HII-HOO! Ho mai fatto qualcosa di simile in tutta la mia vita?” chiese coraggiosamente l'asina.
Calmandosi, Balaam ammise, “No. Perché lo stai facendo adesso?” Fu allora che alzò lo sguardo e vide l'Angelo in piedi sulla strada con una spada sguainata che luccicava alla luce del sole.
Per il forte shock cadde a terra a faccia in giù. Con voce potente, l'Angelo domandò, “Perché hai picchiato come un matto la tua asina quelle tre volte?”
Senza dare a Balaam il tempo di rispondere, l'Angelo continuò, “Sono venuto a fermarti perché sei deliberatamente ostinato e contrario a Me. Nella tua avidità, stai inseguendo onore e ricchezza. Dovresti ringraziare la tua asina, perché tre volte Io ti avrei ucciso e le avrei risparmiato la vita, ma ogni volta la tua asina ti ha salvato la vita prendendosi le botte.”
Immediatamente Balaam si pentì del suo comportamento, confessò il suo peccato e disse, “Ho peccato! Non sapevo che eri Tu a bloccarmi la strada. Se ti fa piacere, tornerò subito a casa.”
Avendo tutta l'attenzione di Balaam, l'angelo del Signore rispose, “Vai con gli uomini, ma fai molta attenzione solo a dire quello che ti dico di dire.”
Con Balaam tornato in sé, determinato a dire solo ciò che il Signore avrebbe detto, il gruppo di viaggiatori continuò il viaggio verso Moab. Non appena il re Balac seppe che stavano arrivando, lasciò il suo palazzo e andò loro incontro presso il fiume Arnon, ai confini di Moab.
“Perché hai impiegato così tanto tempo a venire?” chiese il re Balac a Balaam. “Non mi hai creduto quando ho detto che potevo darti onore e ricchezz?”
Balaam rispose, “Sono qui ora, ma posso solo dire ciò che il Signore mi dice di dire, niente di più, niente di meno.”
Così Balaam accompagnò a Chiriat-Usot il re Balac, dove sacrificarono buoi e pecore. La mattina dopo, il re Balac condusse Balaam in cima al monte Bamot-Baal da dove poterono vedere l'inizio dell'accampamento israelita.
Balaam disse al re Balac, “Costruisci qui sette altari e prepara sette giovenchi e sette montoni in sacrificio all'Eterno.”
Dopo che un toro e un montone furono sacrificati su ciascuno dei sette altari, Balaam salì su una vicina collina arida per parlare al Signore mentre Balac e gli illustri principi attendevano presso gli altari. Il Signore diede a Balaam un messaggio per il re Balac.
Il messaggio era: “Il re Balac mi ha chiamato fin dalle montagne dell'est per venire, maledire e condannare violentemente il popolo d'Israele. Ma come posso maledire o condannare coloro che il Signore non ha maledetto? Vivono soli, separati dalle altre nazioni. Sono troppi per essere contati. Possa io morire felice e integro davanti al Signore come loro.”
Il povero re Balac quasi svenne e si lamentò, “Oh, no! Ti ho chiesto di maledirli e ora hai benedetto abbondantemente i miei nemici!”
Balaam rispose con fermezza, “Ti ho detto che posso solo dire ciò che il Signore vuole che io dica.”
Re Balac non aveva ancora intenzione di arrendersi. Portò Balaam in un altro posto, sperando scioccamente che il Signore avrebbe cambiato idea se avessero cambiato posto. Quindi, poi, salirono sul monte Pisga dove sacrificarono di nuovo sette tori e sette montoni su sette altari. Balaam andò incontro al Signore lontano dal re Balac e dai principi moabiti, dove il Signore gli diede un secondo messaggio.
Il messaggio questa volta era: “Ascolta, Balac. Dio non mente come gli uomini e non cambia idea come gli umani. Egli mantiene sempre le sue promesse e non le annulla. Gli Israeliti NON HANNO PECCATO ed è per questo che Dio non ha alcun motivo per non benedirli. Egli è con loro, li rende forti e lo lodano come loro Re. NESSUNO può maledirli o fare un incantesimo su di loro. Dio sta facendo meraviglie per loro e li renderà vittoriosi.”
Il re Balac era disgustato ed esclamò, “Se non li maledirai, almeno non benedirli!”
Proprio come la prima volta, Balaam rispose e disse, “Non te l'avevo detto? Devo dire solo quello che il Signore vuole che io dica!”
Dopo che Balaam benedisse Israele due volte, il re Balac sperava ancora che il Signore avrebbe cambiato idea e li avrebbe maledetti se avesse portato Balaam in un altro luogo. Questa volta scalarono il Monte Peor, che dominava il deserto.
Edificarono di nuovo sette altari e sacrificarono su ciascun altare sette giovenchi e sette montoni. Tuttavia, quei sacrifici non significavano nulla per il Signore perché i cuori del re Balac e dei principi non erano giusti davanti a Lui.
A questo punto, Balaam sapeva cosa voleva dire il Signore. In quel momento, mentre era lì, guardò dall'alto il campo degli Israeliti che si estendeva attraverso le pianure, tribù per tribù, e lo Spirito del Signore scese su di lui. Mentre le parole sgorgavano dal profondo del suo cuore, pronunciò il terzo messaggio del Signore.
Il terzo messaggio era: “Balaam, figlio di Beor, i cui occhi sono aperti e vedono le visioni di Dio, che ascolta la parola di Dio, vedo le gioie del popolo d'Israele. Hanno belle case; sono prosperi come verdi valli e fertili giardini ricchi d'acqua, come aloe e cedri piantati dal Signore stesso. Il loro regno è esaltato e sono forti. Devasteranno le nazioni che si oppongono a loro. Non hanno paura di nulla, ma tutti hanno paura di loro. Beati quelli che li benedicono e maledetti quelli che li maledicono!”
A questo punto, il re Balac stava impazzendo. Percotendosi le mani con rabbia, gridò, “Ti ho chiamato per maledire i miei nemici, ma non hai fatto nient'altro che benedirli queste tre volte! Volevo concederti grandi onori e ricchezze, ma il Signore li ha preservati da te! Allontanati da me e torna presto a casa!”
Lanciando una rapida occhiata alla sua asina, Balaam rispose, “Ti ho detto che non potrei dire le mie stesse parole o qualsiasi altra cosa al di là delle parole che il Signore mi ha dato, anche se tu mi avessi dato un intero palazzo pieno d'argento e d'oro. Ma prima che vada a casa, lascia che ti dica cosa faranno gli Israeliti al tuo popolo in futuro.”
Allora Balaam profetizzò e disse, “Balaam, figlio di Beor, si prostrò davanti al Signore Dio onnipotente, che gli aprì gli occhi e gli orecchi, mostrandogli in un lontano futuro una Stella proveniente da Giacobbe, un capo in Israele. Egli punirà il popolo di Moab e tutti i suoi figli. Israele possederà la terra di molte nazioni, vincerà i suoi nemici, si alzerà con forza e distruggerà le loro città!”
Allora Balaam e il re Balac si alzarono e tornarono alle loro case. Quando le loro strade si separarono, si udì un forte HII-HOO, che echeggiava contro le pareti rocciose. Il suono si diffuse anche nella valle sottostante dove si erano accampati gli israeliti. Si poteva quasi vedere Mosè alzare lo sguardo, percependo la benedizione e l'avvertimento del Signore a mantenersi puri di cuore.
Mentre il re Balac stava riposando a casa, meditando sulle parole di Balaam, improvvisamente realizzò qualcosa. “Ah!” egli esclamò. “So come prendere Israele!”
Il re Balac si rese conto che Balaam aveva rivelato il segreto del perché il Signore non aveva maledetto Israele nella sua benedizione! Era perché non peccavano, ma si appartavano per il Signore, tenendosi separati dalle altre nazioni e dalla loro orribile idolatria.
Quindi il subdolo re Balac trovò un diverso tipo di battaglia per i moabiti contro gli israeliti, una che avrebbe recato danno al popolo d'Israele. Il suo piano di battaglia sarebbe stato una battaglia spirituale, attaccandoli per farli PECCARE!
Mandò tra loro delle graziose giovani moabite per invitare i giovani d'Israele ad accompagnarli a feste sfrenate. Durante queste feste, le giovani donne attiravano gli uomini al peccato e al sacrificio agli idoli moabiti. Dio non era affatto contento perché questi uomini stavano disobbedendo ai suoi comandi, rigettando la sua protezione su di loro, lasciandoli indifesi contro il male e il disastro. Alla fine, 24.000 israeliti morirono a causa di una piaga che cessò solo quando il loro peccato fu adeguatamente affrontato.
“Vedi, Anna,” continuò la mamma. “La Bibbia dice in Proverbi 26:2 che una maledizione non può fare nulla a qualcuno che non lo merita. Ma nessuno è senza peccato e tutti noi siamo sotto la maledizione di Dio. Ecco perché Gesù Cristo è venuto. Egli è la Stella, il sovrano d'Israele profetizzato da Balaam. Gesù divenne una maledizione al nostro posto e morì sulla croce per noi in modo che potessimo essere benedetti al suo posto. Tutte le maledizioni sono andate nella tomba con Lui e sono rimaste lì, ma Lui stesso è risorto e ha preso il suo posto benedetto accanto al nostro Padre celeste. Mentre siamo in Lui, siamo anche benedetti insieme a Lui e liberi dalle maledizioni.
“Quello che dobbiamo fare per essere liberi dalla maledizione è confessare tutti i peccati conosciuti e abbandonarci completamente a Gesù e fare la sua volontà. Gesù insegnò anche che se vogliamo essere perdonati, dobbiamo perdonare tutti coloro che hanno peccato contro noi, e dobbiamo andare anche oltre, benedicendo coloro che ci maledicono e pregando per loro.
“È anche importante che non prendiamo parte a cose come la predizione del futuro, l'astrologia o gli oroscopi. Dio non permette queste cose, perché aprono una porta che permette al diavolo di entrare nelle nostre vite e farci del male. Dio non vuole vederci feriti. Egli ci proteggerà se rimaniamo fedeli a Lui. Ha detto che dobbiamo invocarlo nel giorno della sventura ed Egli ci salverà. Loda il Signore per la sua protezione!”
RICORDA!
Mantieni il tuo cuore retto con Dio, ascolta i suoi avvertimenti e sarai benedetto!
RIFLETTI!
1. Quale peccato era nascosto nel profondo del cuore di Balaam?
2. In che modo questo peccato nascosto ha quasi causato la sua morte?
3. Quante volte l'angelo ha cercato di uccidere Balaam e cosa ha fatto ogni volta l'asina?
4. Cosa fece Balaam con l'asina?
5. Hai un peccato nascosto? Confessalo al Signore.
6. Balaam maledisse o benedisse gli Israeliti?
7. In che modo il re Balac e i moabiti fecero peccare gli israeliti?
8. Chi è diventato una maledizione per noi e ha tolto i nostri peccati?
VERSETTO DA IMPARARE:
“Balaam, figlio di Beor, che amò il salario d'iniquità,
ma fu ripreso per la sua prevaricazione: un'asina muta,
parlando con voce umana, represse la follia del profeta”
(2 Pietro 2:15b-16).
VERSETTO ALTERNATIVO DA IMPARARE:
“Benedite e non maledite” (Romani 12:14b).
PREGHIAMO:
****************************************************
Padre Celeste, grazie per tuo Figlio, Gesù Cristo,
che è diventato una maledizione per noi in modo che possiamo essere benedetti.
Siamo spiacenti di aver peccato contro di Te.
Per favore perdonaci e purificaci da tutti i nostri peccati.
Ti ringraziamo per la tua protezione.
Aiutaci a benedire sempre le persone, anche i nostri nemici.
Nel Nome di Gesù preghiamo. Amen.
****************************************************
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